martedì 23 dicembre 2008

Auguri


Creattivando augura a tutti

Buon Natale

e

Felice Anno Nuovo

lunedì 15 dicembre 2008

Idea regalo a 10 euro











Abbiamo pensato a dei regalini.. Cosa significa ??

Alle volte vogliamo fare dei pensierini piccoli piccoli per ringraziare la cortesia di un'amica o la disponibilità di una vicina di casa.. Abbiamo pensato così di confezionare noi degli oggettini simpatici oppure di prendere per voi anche dalle altre regioni delle cosine simpatiche da regalare davvero a prezzo contenutissimo: massimo 10 euro ma anche meno.
Una candela, un portapenne, un vaso abbellito con carta di riso, un set da bagno, un portavassoio, un vassoio con foglie vere...
Ma venite a trovarci per scoprire ogni dettaglio.


Idea regalo



E' ormai un must per le feste proporre alle nostre clienti le palline da posizionare sull'albero. Sono diverse l'una dall'altra, colorate, realizzate con filo dorato e abbellite con le perline..

Già sapete che la nostra passione principale è il macramè ma lavorare all'uncinetto, a maglia, fare in punto croce cioè utilizzare anche altre tecniche manuali è la nostra caratteristica.. Nascono così i cuscinetti da appendere alla porta di casa per porgere l'augurio di Buon Natale ai nostri amici.

Ci sono mille e mille tramezzi colorati sul tema natalizio per arricchire canovacci da cucina, presine o gli asciugamani. Sempre uno diverso dall'altro, sono un'idea raffinata, originale per i vostri regali alle amiche...

sabato 13 dicembre 2008

Idea regalo


Quest'anno, forse più degli anni scorsi, tutti cercheremo di regalare ai nostri cari qualcosa di utile, tralasciando il superfluo.
La proposta di Creattivando è un'idea originale, uno spunto per regalare la possibilità di entrare nel mondo della creatività: regalare alla mamma, alla suocera, amiche, sorelle il nostro corso di macramè.
Tante signore ci hanno scritto o telefonato apprezzando l'idea, talvolta preoccupate di impegnare per i nostri preventivati 5 incontri la destinataria del regalo.
Così abbiamo trovato una soluzione: con un buono che vi confezioniamo in laboratorio con indiscutibili segni del Natale potrete regalare un'unica lezione a soli 25 euro.
Con questa opportunità in un'oretta e mezza spiegheremo l'origine della tecnica e daremo i primi rudimenti, sicure che sarà sufficiente anche questo accenno per iniziare con la persona a cui volete bene un florido percorso creativo.

martedì 9 dicembre 2008

Ciabattine e non solo


Ricordate le ciabattine che avevamo pensato perchè stessero in valigia e le poteste portare con voi durante i vostri viaggi ?

Sono piaciute davvero ma noi non potevamo fermare le nostre idee in merito.. Sulla ciabattina il decoro in macramè era una stellina, un timone e il corallo. Abbiamo aggiunto l'ancora. Il blu e il rosso si stagliano con grande effetto sul bianco della tela nido d'ape.
Abbiamo pensato di creare anche gli asciugamani in coordinato.
Un bel regalo per i vostri amici ??

domenica 23 novembre 2008

La storia che interessa e diverte (parte VIII)


Nel corso del Rinascimento grande è l'interesse per i gioielli, non più solo monili e collane, anelli e fibbie, spille e bottoni ma anche splendidi diademi per l’acconciatura del capo.
Siamo di fronte ad un grande cambiamento tra l’oreficeria medioevale e quella rinascimentale: la prima è destinata ad arricchire gli altari delle chiese, la seconda è goduta da uomini e donne. Anche per gli uomini sono di gran moda le collane, che gli orafi fabbricano vistose e lunghe, con pendaglio di gran pregio.
La gioielleria italiana trova il suo genio nell’arte di Benvenuto Cellini, che creò gioielli per re ed imperatori di tutte le corti europee.
Gli orecchini, dalle forme assai
varie, sono il gioiello preferito nel Rinascimento: gemme di diverso colore incastonate in oro danno vita a splendidi orecchini pendenti. Molto usate le perle, che, anche di grande dimensione ed irregolari, venivano incluse in fregi smaltati, conferendo la forma di uccello o fiore ai monili.
Se all'interno della propria casa si indossavano i cammei, le contadine si ornavano di corallo, specialmente a Venezia e a Napoli, città dalla fiorente lavorazione.
Ma anche a Genova la tradizione del corallo si perde nella notte dei tempi. Testimonianze scritte ci ricordano che Genova e la Sicilia gareggiavano nella produzione del corallo già prima del 1000. Si accenna a coralli semplicemente lavorati nel 1154, a splendidi bottoni nel 1268, a fermagli spediti a Costantinopoli nel 1284.
Se fino al Cinquecento il corallo viene impiegato nei rosari e nelle collane, limitandosi al taglio dei rametti raccolti, alla loro arrotondatura e pulitura, è dal 1600 che la lavorazione si fa più articolata. E se la produzione siciliana finiva preferibilmente in Oriente, quella ligure raggiungeva i paesi dell'Europa occidentale.

venerdì 21 novembre 2008

LiguriaStyle.it


Sabato 22 novembre apre al pubblico LiguriaStyle.it, il nuovo centro della cultura artigiana ligure.
All'interno del secondo piano nobile di Palazzo Imperiale di Piazza Campetto nel cuore del centro storico di Genova, sotto i preziosi affreschi di Cambiaso, in un ambiente raffinato ed accogliente potete trovare un percorso museale teso ad illustrare le tecniche di lavorazione degli artigiani e gli strumenti impiegati, l'esposizione e la vendita di prodotti enogastronomici regionali e l'esposizione e la vendita di prodotti di artigianato raffinato: gioielli, ceramiche e vetrate artistiche, accessori moda, tessuti pregiati e macramè.

Il centro vuole proporsi come un appuntamento da non perdere per il turista che visita la nostra città ma anche per i genovesi alla ricerca delle proprie tradizioni.

Sabato mattina vi aspetta la degustazione di caffè, cioccolato e birra, mentre nel pomeriggio potrete avvicinare gli artigiani: un laboratorio di ceramica e Creattivando alle 15.30 vi introdurrà nel mondo del macramè. A seguire la degutazione del pesto.

Buona visita !!

mercoledì 19 novembre 2008

Collane




Col cambio di stagione anche i colori delle mie creazioni cambiano..


I toni del marrone sono quelli che mi piacciono maggiormente; ho abbinato delle perle in resina rosa-arancio, del diaspro, della corniola, dell'agata, del quarzo...


Il cotone che ho utilizzato è semicerato, la sua lucentezza bene valorizza il cordoncino a macramè.

Che ne dite ??

lunedì 17 novembre 2008

Gioielli per le borse














Mi ha scritto una ragazza di Savona, chiedendomi se ho realizzato altri gioielli per le borse..
Ma naturalmente!!

Sono oggetti simpatici, da usare anche come portachiavi ma attaccati alla zip delle borse, intonati al colore dei nostri abiti e dei nostri accessori, danno un tocco fashion..
Se avete un ciondolo del cuore portatelo.. lo inseriremo!!

Scaldacollo




Voglio inserire nel blog alcuni esempi di scaldacollo che abbiamo realizzato.

I colori sono vari anche se il colore viola è molto di moda e non potevamo non impiegarlo nelle nostre creazioni.




Ogni scaldacollo è personalizzato nella chiusura, nell'impiego delle varie tecniche come macramè e uncinetto per fare di ogni lavoro un'idea originale ed unica..

giovedì 6 novembre 2008

E per una borsa..



Abbiamo suggerito ad una splendida ragazza, che spesso viene a trovarci in laboratorio per trovare insieme un'idea originale, un modo per vivacizzare la borsa un po' grigia regalata da un'amica, che davvero non conosce i suoi gusti..
Abbiamo applicato dei fiorellini eseguiti all'uncinetto nei colori dell'autunno e.. borsa nuova!!

Macramè in lana

Vi ho sempre detto che possiamo utilizzare la tecnica del macramè con qualsiasi filato. Il cotone ben ritorto è perfetto, visto la sua capacità, e la nostra, di valorizzare il pizzo ma anche lo spago da cucina può darci una cintura dalla giusta consistenza.


Le signore che vengono in laboratorio spesso mi chiedono se si può lavorare la lana.. Secondo me è tutta una questione di tensione del filo, cioè se siete alle prime armi meglio usare il cotone perchè la mano non è ancora ben allenata ma se siete già un pochino competenti potete sicuramente provare con la lana. Sicuro va adoperata lana senza pelo, non vedremmo il lavoro utilizzando la lana pelosa.
Nella foto vi faccio vedere una sciarpa realizzata con la stessa stoffa di un cappotto fatto su misura da un laboratorio di fine sartoria su cui abbiamo applicato la lana e con esperienza abbiamo realizzato il pizzo a macramè.

Sciarpe fashion


Abbiamo trovato nel Veneto delle lane davvero alla moda.. Le abbiamo lavorate con altra lana a più fili dai colori in contrasto per realizzare delle sciarpe calde, morbide, davvero carine o no??

Possiamo lavorare anche la vostra lana o suggerirvi un'idea per rinnovare la vecchia sciarpa.. Un pon pon, un fiocco, una chiusura all'uncinetto o un fiorellino a macramè anche in lana!!



Vi aspettiamo, portate i ferri e creiamo insieme..







Anche lo scaldacollo è un'idea simpatica, forse da regalare ad un'amica, il Natale si avvicina!!

mercoledì 15 ottobre 2008

La storia che interessa e diverte (parte VII)

Fino al 1839 era la Repubblica a fare il pane; considerato però il costo eccessivo di questo monopolio, il Governo diede la fabbricazione in appalto ed il prezzo del pane venne fissato secondo il valore del frumento.
Nel 1303, quindi ancora in regime di monopolio, i fornai chiedevano per ogni quarto di mina (unità di peso) quattro denari e mezzo in inverno e cinque in estate e due soldi e mezzo per una mina intera.
Il lavoro nei forni era intenso. L'impasto di farina, acqua, sale e lievito avveniva in modo davvero curioso: il materiale veniva depositato a terra su sacchi lungo una trave che si trovava in alto e sopra la quale si facevano passare delle corde, da uno degli estremi fissate, dall’altro pendenti. Ad esse si tenevano con forza i lavoranti che con i piedi ricoperti da calze apposite impastavano la farina a sua volta ricoperta da sacchi come quelli sottostanti. Davvero, come è tradizione dire, il pane era fatto con i piedi.


I forni genovesi erano in origine attigui al Portofranco e vennero spostati per permettere di ingrandire lo stesso ed anche per allontanare il fuoco, pericoloso per le altre merci. Per questo con decreto del 18 agosto 1722 venne data la possibilità di costruire nuovi forni a Castelletto. Contribuì alla spesa il Banco di San Giorgio, elargendo lire centoventimila di “numerata valuta” e lire duecentomila di “moneta corrente”. La nuova fabbrica, ricca di acqua, fu installata e terminata in periodo di dominazione francese.
Ancora oggi Vico dei Fornai, Piazza dietro i Forni, Salita dei Molini restano a testimoniare la presenza dei forni proprio nella zona della Maddalena.

lunedì 6 ottobre 2008

In valigia

Dico sempre che ci siamo chiamate “Creattivando” con un po' di presunzione..

Se da semplici appassionate di arti manuali venivamo interpellate dalle amiche per trovare la soluzione per le tende della cucina, per l'impiego di una stoffa bella ma non disponibile in abbondante metratura, nell'utilizzo di una lana dimenticata nell'armadio e forse fuori moda ecc ecc da imprenditrici abbiamo voluto che il messaggio fosse chiaro: attivare la creatività nostra e delle nostre clienti.
Questo motto è diventato realtà, viste le signore che vengono in laboratorio o ci scrivono anche solo per ricevere un consiglio o per completare una creazione o per realizzare una propria idea.
Nasce così la ciabattina da viaggio: una signora ci ha richiesto una soluzione per mettere in valigia una ciabattina carina, sfiziosa ma che non occupasse tanto spazio.

Questo è il risultato!

Poteva mancare il tocco originale del macramè? Lo sapete, per noi è impossibile resistere. Nasce così il corallo, la stella marina o il timone per impreziosire l'oggetto e portare in ogni nuova località un pezzetto del nostro mare..

domenica 5 ottobre 2008

La storia che interessa e diverte (parte VI)

Bartolomeo Scappi. Possiamo dire il Gualtiero Marchesi del '500?
Durante il Rinascimento i cuochi italiani sono tra i più creativi, i più abili e i più rinomati d’Europa ma è nella seconda metà del secolo con Scappi che l’alta cucina italiana raggiunge il suo massimo livello di raffinatezza e diversità. Egli fu per 30 anni capocuoco presso il Palazzo Pontificio e fu autore di un trattato dal semplice titolo "Opera" (1570), vera e propria summa dell’arte culinaria europea del Rinascimento.

Tra le pagine del trattato troviamo la ricetta di un prelibatissimo piatto, proponibile anche nel 2008, no ??

Gattafura alla genovese

Si prendono gli agretti, formaggini freschi senza sale, si pestano nel mortaio tanto da ottenere la consistenza del burro e si aggiungono bieta tritata, un poco di menta battuta, pepe pestato. Si
stende un foglio di pasta su un tegame di rame imburrato, su cui poniamo il composto appena amalgamato non più alto di mezzo dito, sopra si sparga un filo di olio, coprendo il tutto con un altro sottilissimo foglio di pasta. Si procede con la cottura al forno o fra i testi e si serve ben calda, dice Scappi, perché fredda non val niente anche se a volte si riscaldano sopra la graticola.

venerdì 26 settembre 2008

Perché l'asciugamano nel cassetto?

Abbiamo deciso di inserire il blog nel sito perché volevamo un contatto diretto, sempre aggiornato, dinamico con i lettori; volevamo farvi conoscere le novità che ci riguardano, i nostri impegni futuri, suggerirvi le idee che maggior consenso hanno riscosso tra le nostre clienti.


E' per questo che oggi voglio puntare sull'attualità del macramè..
Quando le persone mi vedono lavorare immediatamente ricordano le nonne o le mamme che lo lavoravano e mi raccontano dell'asciugamano bello con una splendida lunghissima frangia che tengono rigorosamente nel cassetto. Perché relegare al cassetto delle opere d'arte, io voglio connotarle così, di questa portata??
Capisco che nei nostri bagni, accanto agli asciugamani di spugna, ben più pratici, l'asciugamano a macramè possa differenziarsi, stonare, non assolvere alle nostre esigenze di praticità ma non adoperare questo patrimonio di tradizione è perdere un'occasione: far conoscere ai giovani l'esistenza di questo passato innanzitutto, comunicare aldilà dell'apprezzamento la diversità del fatto a mano e del fatto a macchina, saper riconoscere e poter stimare il manufatto e la tecnica dell'artigiano. Dietro al pizzo ci sono esperienza, maestria e davvero un valore del tempo diverso dall'odierno.
Perché non mettere l'asciugamano sulla cassapanca o trasformarlo in una tenda? Oppure per la tavola di Natale o per la tavola di un'occasione importante sistemiamo l'asciugamano al centro magari giocando con i colori, se l'asciugamano è di lino dopo bianco facciamolo risaltare sopra una tovaglia tinta spago o se la ricorrenza è il Natale basterà mettere un fondo rosso oppure oro.
So già cosa stanno pensando le signore.. E per lavarlo? La frangia si annoda!!
Mettete a bagno il prezioso asciugamano in una bacinella con acqua tiepida e perborato per togliere le eventuali macchie; lavatelo pure in lavatrice, dopo averlo messo dentro una federa. Fate centrifugare a bassi giri in modo che l'asciugamano non esca dalla lavatrice strizzato e con un pettine a denti larghi ridate compostezza alla frangia.
Semplice potersi godere un pezzo di storia ligure no ??

giovedì 18 settembre 2008

Corso di disegno e stampa su tessuto

Se da Creattivando potete imparare la tecnica del macramè, nell'Atelier di Lucia Palmas potete seguire il Corso di disegno e stampa su tessuto.
Il corso è indirizzato alla conoscenza del disegno per la stampa dei tessuti e alla sua applicazione, grazie ad alcuni strumenti professionali messi a disposizione dell'Atelier. Il percorso, dopo un approfondimento della tecnica di disegno della superficie tessile, si svilupperà in una serie di progetti e studi attraverso i quali si potrà esprimere la propria creatività. Tale estro verrà stimolato dal lancio di alcuni temi creativi, dettati dall'Atelier: si progetteranno foulard, coordinati, disegni che comprenderanno interpretazioni sia per l'abbigliamento che per l'arredamento.
Un tema in particolare potrà essere sviluppato al termine del corso e trovare la sua realizzazione attraverso la stampa dello stesso su tessuto oppure si potrà avere la stampa di una serie di disegni, 90 x 60 cm, che formeranno un book.
Per qualsiasi informazione: luciapalmas@hotmail.com

La storia che interessa e diverte (parte V)

Oltre a coprire il corpo, l'abbigliamento rivelava il ceto sociale di appartenenza di chi lo indossava; se alla fine del ‘400 e agli inizi del ‘500 tratto distintivo era una maestosa compostezza di linee, nella seconda metà del secolo, per influenza del gusto spagnolo e del rigore morale instaurato dal Concilio di Trento, le fogge divengono rigide e talvolta artificiose.

E' nel Rinascimento che nasce l’arte del tessere e del tingere i tessuti. I dipintori di stoffe, validi professionisti, a volte sono gli stessi pittori e affrescatori delle chiese. Diversamente dai secoli precedenti, anche l’arte laniera raggiunge livelli importanti, presentando tessuti dai colori sgargianti quali il rosso, il verde intenso, il nero e il turchino. Le vesti a disegno di broccato a risalto su fondo di seta o lana è moda tipicamente italiana, dovuta proprio a Genova e a Venezia, dove profondamente si rivelano i continui rapporti con l’Oriente. Un tessuto signorile, molto elegante, pratico, fluente nella morbidezza, bellissimo nei riflessi di luce è il velluto, che, magistralmente realizzato dai tintori, fu usato per secoli. Se raso e velluto monocromi e lavorati insieme erano indizio di grande raffinatezza a fine ‘400, nel ‘500 la combinazione vede insieme raso, velluto e laminati d’oro.
La combinazione trovò grande consenso se vennero emanate delle leggi tese a calmare l’esuberanza di quelle dame che amavano abiti vistosi,costosi e di grande sfarzo. Un severissimo editto genovese del 1512 esclude per le nobili l’uso di broccati d’oro e d’argento e limita a non più di tre il numero delle vesti di seta o lana; esclude i colori troppo appariscenti, come lo scarlatto. Ai bimbi sotto gli otto anni è permesso solo il velluto; per le fantesche sono proibite vesti di seta, reti in testa, finestrelle alle maniche, scollature troppo audaci e capelli posticci. Queste leggi, in parte disattese, riuscirono però a limitare l'ostentazione di quella ricchezza che i commerci avevano portato a Genova nel 1500, identificato anche nell’impiego di oro, argento e pietre preziose, copiosamente utilizzati per ornare gli indumenti.

martedì 16 settembre 2008

Stile Artigiano a Savona



E' stato molto divertente partecipare a Stile Artigiano alla Fortezza del Priamar a Savona.

Abbiamo incontrato molte persone, ricevuto calorosi complimenti, spiegato la tecnica del macramè anche alla madrina della manifestazione Filippa Lagerback. Tante le signore che ci hanno chiesto di imparare ad annodare i fili, forse contagiate dalla nostra passione..
Abbiamo detto loro di venire in laboratorio a Genova per imparare ma grazie alla disponibilità delle 2 mosche bianche, Stefania e Anya titolari di una sartoria in Via Repetto ad Albissola, nei prossimi mesi potremmo soddisfare le richieste delle signore del Ponente, insegnando il macramè nel suddetto atelier.
Unico neo il tempo, davvero poco rispettoso del lavoro degli artigiani e dell'impegno dello staff organizzativo.

martedì 2 settembre 2008

La storia che interessa e diverte (parte IV)

La cucina del Rinascimento con qualche piatto innovativo resta fedele ai presupposti d’ispirazione medioevale. Permangono le costrizioni religiose, cioè l'astensione dalle carni in alcuni giorni della settimana e durante il periodo della Quaresima, l’uso delle spezie, il grande successo del sapore agrodolce, la predilezione per le torte e i pasticci in crosta nei quali tuttavia non si mettono più gli animali interi ma le loro carni disossate.
Non troviamo nelle ricette nessuna testimonianza di integrazione delle piante americane come il pomodoro, anche se Liguria e Catalogna furono le prime regioni ad introdurlo nel proprio regime alimentare, come non troviamo la zucca, il mais, mentre il tacchino viene adottato molto rapidamente dai cuochi del Cinquecento che ne fanno un arrosto di prima qualità in sostituzione dell’oca.
Anche la patata non compariva tra i cibi di uso comune. Un certo Vincenzo Virginio, nato a Cuneo nel 1752, nel trattato da lui stesso compilato Coltivazione della patata ovverossia dei pomi di terra, volgarmente detti tartufi, descrisse la necessità di incrementare la coltivazione della patata, alla cui diffusione dedicò tutta la vita, consapevole di come un suo ampio utilizzo potesse far fronte ai bisogni alimentari delle popolazioni più povere. Per sconfiggere questa diffidenza, confezionò i tuberi in preziose scatole decorate e le donò alle signore torinesi, che solo nei primi anni del 1800 videro diffondersi la patata sulle bancarelle dei loro mercati. In precarie condizioni finanziarie, da ricco possidente Virgilio dovette ripiegare sull'insegnamento all’Università di Zara, morendo in completa povertà nel maggio del 1830.

lunedì 1 settembre 2008

Stile Artigiano a Savona


Martedì 2 settembre Creattivando apre il laboratorio dopo la pausa estiva. Per l'intero mese ci troverete tutti i pomeriggi dalle 15.00 alle 18.45. Stiamo lavorando per ultimare le nuove creazioni che proporremo alle Giornate dello Stile Artigiano dal 12 al 15 settembre alla Fortezza del Priamar a Savona. Una cornice bellissima proporrà esposizione e vendita del nostro macramè ma anche di ceramiche, capi di abbigliamento, accessori, oggetti per la casa, tutto rigorosamente made in Liguria. Divertenti appuntamenti movimenteranno le quattro giornate: la gara di pesto, la sfilata di moda, il master di acconciature e il convegno sul benessere.
Vai su www.stileartigiano.it per conoscere il programma completo.
Ti aspettiamo...

giovedì 28 agosto 2008

La Storia che interessa e diverte (parte III)



Semola, vitelli, capretti, castrati, salsiccia e carni salate, polli e piccioni, gamberi, pastinache, rape e altre erbe per insalata, cavoli e poponi, latte, ricotta, giuncate, burro, cacio, lardo, ciliegie, avellane, mandorle, fichi, noci, zibibbo, cialde, zuccherata, miele, zucchero, confetti, gengevero, mostarda, garofani, spezie, capperi, agreste.
Cos’è questo elenco? Alcuni vocaboli sono addirittura incomprensibili.. E’ una lista della spesa, datata 1378 e compilata per il ricco menu della cena tra gli ambasciatori inviati dal Comune di Genova e la corte del Signore di Padova.
Facciamo
un po’ di chiarezza perché certi nomi non sono più di uso comune. La “pastinaca” è una radice grossa, carnosa, di colore bianco giallognolo o forse allude alla carota; i “poponi” sono i meloni, le “avellane” le nocciole. Le “giuncate” sono fatte di latte rappreso, posto tra giunchi, una sorta di formaggetta, mentre l’agreste è un liquore che si ricava dall’uva acerba e che, salato, si adopera come condimento.
Queste semplici liste o le cronache dei banchetti famosi ci danno la dimensione di come fosse la vita in quei secoli, almeno per i nobili..
Nel 1325 a Savona si fece un decreto che ordinava di stanziare per i banchetti non più di 50 lire, troppo era lo sfarzo di queste cene. Al noto “banchetto del fagiano” che diede Filippo duca di Borgogna il 17 febbraio 1453, il servizio venne risolto con una serie di marchingegni spettacolari, che facevano scendere dal soffitto piccoli carri dorati, contenenti ciascuno ben 48 vivande diverse, tutto accompagnato dalla musica di 28 suonatori posti su di un immenso “pasticcio”.
Il famoso banchetto che il Cardinale bolognese Lorenzo Capeggio il 4 aprile 1536 organizzò per onorare l’ingresso dell’imperatore Carlo V a Roma comprendeva circa 780 piatti, divisi in “servizi di credenza”, i piatti freddi, e “di cucina”, i piatti caldi.

La tradizione impone..


Creattivando ha sicuramente subito il fascino della tecnica del macramè, si possono realizzare oggetti davvero originali oppure conferire alle cose che già possediamo un tocco in più. Abbiamo scelto di dare libero sfogo alla nostra creatività che, effettivamente, ci ha portato a pensare di “annodare” qualsiasi cosa.. Abbiamo volutamente tralasciato per motivi di tempo il metodo tradizionale della lavorazione del macramè, anche se val la pena di sapere in cosa consiste.
Le nostre nonne realizzavano con i telai a mano un telo di lino, durante la lavorazione abbandonavano la trama per lasciare un ordito, cioè la frangia, di 60 cm oppure 100 cm, talvolta anche un metro e mezzo. Questi fili vanno divisi a gruppi di 3 o 4 o 5; effettuata la suddivisione, con le mani bagnate, talvolta nell'acqua si aggiunge qualche goccia di amido, si passa ad attorcigliare i fili dal basso verso l'alto, in modo da costituire un cordoncino che, per consistenza e dimensione, può essere lavorato. Naturalmente meno fili costituiscono il cordoncino più fine sarà il pizzo realizzato. Tamponati i cordoncini con una pezza asciutta, si passa all'esecuzione del primo giro.
Solo la preparazione richiede molta disponibilità di tempo oltre ad una buona dose di pazienza, considerando che un asciugamano di tradizione ha circa 2800 fili da dividere !!

mercoledì 6 agosto 2008

Il gioiello moda per la borsa




Simpatica questa idea? Abbiamo messo un moschettone e in effetti l'utilizzo può essere anche quello del portachiavi ma è carino aggiungere un tocco di colore alla nostra borsa. In questo oggetto c'è anche una cocinella portafortuna..

martedì 29 luglio 2008

Con le perle delle clienti..

Ecco che cosa si può realizzare unendo il macramè alle perle che le mie clienti mi hanno portato in laboratorio..

Le perle a più colori unite al filo semicerato e sottile di varie gradazioni del marrone creano un oggetto originale caratterizzato da una bella luminosità.

domenica 20 luglio 2008

Ardesia e macramè



Creattivando propone un'altra collaborazione.. Ardesia e macramè: l'unione di due elementi fondamentali della tradizione ligure.
Con Raffaella Molaschi abbiamo realizzato alcuni pezzi unici di bigiotteria.
Raffaella incide e dipinge su ardesia oltre ad essere restauratrice. Il suo atelier è in Via della Maddalena a pochi passi da Creattivando.

lunedì 7 luglio 2008

Non mancate l'appuntamento


Sabato 12 luglio Creattivando parteciperà all'evento che si terrà al nuovo porto di Genova Sestri Ponente. Gli artigiani sono invitati ad esporre le loro creazioni di abbigliamento e accessori.
Noi proporremo le nostre collane, cinture, borse, ecc. e daremo dimostrazione della nostra amata tecnica. L'appuntamento è dalle ore 18.00 per una serata davvero speciale !!

La Storia che interessa e diverte (parte II)


5 dicembre 1565: si celebrano le nozze tra il Duca di Ferrara, Alfonso II d’Este e la principessa Barbara d’Austria. I festeggiamenti durano diversi giorni.
Tema di uno dei banchetti il Dio Nettuno, ogni dettaglio deve dare l’illusione agli invitati di essere alla tavola del dio del mare: il soffitto della sala rappresentava onde in movimento da cui emergevano, sospesi sopra la tavola, i mostri marini che fungevano da reggitorce; all’interno di una grotta, in un angolo della sala, la bottiglieria; le tavole del primo servizio di portate fredde ricoperte da tovaglie sovrapposte a riprodurre il movimento delle onde del soffitto; i piatti di maiolica a forma di conchiglia, i tovaglioli piegati a forma di pesce, le saliere a forma di piccoli mostri marini.

Il sesto ed ultimo servizio freddo offriva confetture, frutta candita, pasta di mandorle, dolci e dolciumi vari, a contorno di un gigantesco trionfo di Nettuno composto da novanta statue di zucchero a sembianza del dio e da innumerevoli altri pezzi realizzati in zucchero o marzapane, in forma di balene, delfini, orate e scogli.
Lo sfarzo e la stravaganza si direbbe regnassero sovrani nel Rinascimento.
Ecco allora che la Compagnia della Cazzuola, confraternita di artisti fiorentini, organizza un banchetto rimasto famoso per la proposta di un pranzo all’Inferno. Varcata una porta fatta a bocca di serpente, gli ospiti iniziavano una discesa agli inferi. Accolti da un diavolo armato di forcone, venivano fatti accomodare a una tavola apparecchiata di nero dove assaggiare cibi dall’aspetto di serpenti, bisce, ramarri, lucertole, ranocchi, tarantole, pipistrelli. Le cronache del tempo ci raccontano che come confetture e frutti furono servite ossa di morti e reliquie di zucchero.

martedì 24 giugno 2008

Una collaborazione...




Nasce dalla collaborazione tra Creattivando e l'Atelier di Lucia Palmas l'originale borsa estiva.
Al modello preferito di Lucia per confezionare le sue borse in questo caso con manici in pelle, abbiamo aggiunto un pesce rosso in macramè che conferisce un vezzo spiritoso... Ideale per le vacanze al mare e non solo!!

La Storia che interessa e diverte (parte I)


Avvicinarsi al macramè significa scoprire geometrie finissime e preziose ma contemporaneamente sentire il profumo del passato.
Metto sul tombolo un nettadita o tergimani e ho davanti trama e ordito anzi la trama è interrotta ed i fili sono pronti per essere lavorati. Ma cos'è un nettadita ?

La tavola del
Rinascimento era disposta a ferro di cavallo o a forma di “T”; gli ospiti più importanti sedevano alla tavola traversa oppure da un solo lato, lasciando l’altro libero agli addetti al servizio.
Le tavole solitamente rettangolari erano appoggiate su cavalletti perché si potesse facilmente lasciare posto alle danze. Sopra vi erano le tovaglie, i cui lembi arrivavano fino a terra in modo da potersi asciugare le mani, dopo averle intinte nell’acqua profumata, contenuta in anfore e catini d’argento cesellati. Sulle tavole più ricche i nettadita finemente ricamati servivano allo stesso scopo oppure a coprire le confettiere e gli altri piatti.
Alla vista degli invitati candelabri d’argento e d’oro, coppe e bicchieri d’oro o d’argento dorato, smaltati e contrassegnati da stemmi, coppe di madreperla o di cristallo di rocca; statue di zucchero rappresentavano eroi, divinità, figure allegoriche.
Gli ospiti erano disposti a coppia, solitamente a ciascun gentiluomo veniva affiancata una giovane, poiché era consuetudine mangiare in due nello stesso piatto e bere nello stesso bicchiere. Davanti a ciascuno un pane e un coltellino con manico d’argento per tagliare il pane e per prendere i cibi in tavola. La forchetta, conosciuta ed adottata in Europa almeno due o tre secoli dopo, sembra fosse adoperata in Italia fin dalla fine del 1300, perfino nelle taverne; ciò probabilmente per la consuetudine tutta nostra di mangiare la pasta.

martedì 17 giugno 2008

Un'opportunità per bambini e ragazzi


Abbiamo pensato ad un pomeriggio diverso per bambini e ragazzi.. Iscriveteli al nostro corso pensato ad hoc per loro, insegneremo un po' di storia del macramè, della nostra tradizione e, oltre ad imparare una tecnica antica divertendosi, faremo loro confezionare un simpatico portachiavi...

lunedì 16 giugno 2008

Cinture




Sicuramente queste brutte giornate di pioggia non aiutano la nostra mente a liberare la fantasia ma l'idea di fare una rilassante passeggiata sulla spiaggia con una tunica bianca che al meglio valorizza una cintura a macramè nei toni caldi della terra beige, marrone, panna può essere preludio delle vacanze.

Siete ancora in città ?? La vacanza è lontana ?? La cintura è perfetta anche sul jeans che indossate per andare in ufficio..

Il cordino per gli occhiali




Quando le signore ci vedono lavorare sottolineano subito quando deve essere difficile imparare il macramè. Io rispondo sempre che servono pazienza e concentrazione, giusto per imparare come si fa il nodo macramè, qual è la giusta tensione del filo ma che capito quello sarà solo un succedersi di geometrie che andranno a comporre per creare chissà quali pizzi.. Ma anche chi non ha la pazienza di farsi un intero asciugamano può regalarsi o regalare alle amiche qualcosa di personale ed originale come un cordino per gli occhiali!!

domenica 15 giugno 2008

Fiera della Maddalena


Sabato 28 giugno si ripete la Fiera della Maddalena. Sperando che il tempo sia clemente e ci risparmi la pioggia dell'appuntamento scorso, dalla tarda mattinata di sabato saremo nella piazzetta vicino al nostro laboratorio a dare dimostrazione della tecnica del macramè. Il mese scorso hanno partecipato molte persone, anche da altre regioni, tutte molto soddisfatte del colore, della musica, del divertimento che ha pacificamente invaso i nostri vicoli.
Soddisfazione personale porre ancora una volta l'accento sulla tecnica del macramè, fare delle brevissime lezioni per strada, avvicinando le nonne che conoscono perfettamente questi preziosi pizzi ma anche tante ragazze giovani curiose delle nostre disinvolte mani che filo dopo filo, nodo dopo nodo creavano collane modaiolissime!!
Ho voluto inserire la foto che ci ritrae in compagnia di Gabriella, ceramista di Blu Antico, nostra vicina di laboratorio. Abbiamo lavorato in piazzetta un sabato di inizio ottobre 2007, in concomitanza del Salone Nautico. E siamo in costume da popolane del Rinascimento.
Questo era il sapore di Via della Maddalena targata XVI secolo..