lunedì 7 luglio 2008

La Storia che interessa e diverte (parte II)


5 dicembre 1565: si celebrano le nozze tra il Duca di Ferrara, Alfonso II d’Este e la principessa Barbara d’Austria. I festeggiamenti durano diversi giorni.
Tema di uno dei banchetti il Dio Nettuno, ogni dettaglio deve dare l’illusione agli invitati di essere alla tavola del dio del mare: il soffitto della sala rappresentava onde in movimento da cui emergevano, sospesi sopra la tavola, i mostri marini che fungevano da reggitorce; all’interno di una grotta, in un angolo della sala, la bottiglieria; le tavole del primo servizio di portate fredde ricoperte da tovaglie sovrapposte a riprodurre il movimento delle onde del soffitto; i piatti di maiolica a forma di conchiglia, i tovaglioli piegati a forma di pesce, le saliere a forma di piccoli mostri marini.

Il sesto ed ultimo servizio freddo offriva confetture, frutta candita, pasta di mandorle, dolci e dolciumi vari, a contorno di un gigantesco trionfo di Nettuno composto da novanta statue di zucchero a sembianza del dio e da innumerevoli altri pezzi realizzati in zucchero o marzapane, in forma di balene, delfini, orate e scogli.
Lo sfarzo e la stravaganza si direbbe regnassero sovrani nel Rinascimento.
Ecco allora che la Compagnia della Cazzuola, confraternita di artisti fiorentini, organizza un banchetto rimasto famoso per la proposta di un pranzo all’Inferno. Varcata una porta fatta a bocca di serpente, gli ospiti iniziavano una discesa agli inferi. Accolti da un diavolo armato di forcone, venivano fatti accomodare a una tavola apparecchiata di nero dove assaggiare cibi dall’aspetto di serpenti, bisce, ramarri, lucertole, ranocchi, tarantole, pipistrelli. Le cronache del tempo ci raccontano che come confetture e frutti furono servite ossa di morti e reliquie di zucchero.

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