martedì 24 giugno 2008

La Storia che interessa e diverte (parte I)


Avvicinarsi al macramè significa scoprire geometrie finissime e preziose ma contemporaneamente sentire il profumo del passato.
Metto sul tombolo un nettadita o tergimani e ho davanti trama e ordito anzi la trama è interrotta ed i fili sono pronti per essere lavorati. Ma cos'è un nettadita ?

La tavola del
Rinascimento era disposta a ferro di cavallo o a forma di “T”; gli ospiti più importanti sedevano alla tavola traversa oppure da un solo lato, lasciando l’altro libero agli addetti al servizio.
Le tavole solitamente rettangolari erano appoggiate su cavalletti perché si potesse facilmente lasciare posto alle danze. Sopra vi erano le tovaglie, i cui lembi arrivavano fino a terra in modo da potersi asciugare le mani, dopo averle intinte nell’acqua profumata, contenuta in anfore e catini d’argento cesellati. Sulle tavole più ricche i nettadita finemente ricamati servivano allo stesso scopo oppure a coprire le confettiere e gli altri piatti.
Alla vista degli invitati candelabri d’argento e d’oro, coppe e bicchieri d’oro o d’argento dorato, smaltati e contrassegnati da stemmi, coppe di madreperla o di cristallo di rocca; statue di zucchero rappresentavano eroi, divinità, figure allegoriche.
Gli ospiti erano disposti a coppia, solitamente a ciascun gentiluomo veniva affiancata una giovane, poiché era consuetudine mangiare in due nello stesso piatto e bere nello stesso bicchiere. Davanti a ciascuno un pane e un coltellino con manico d’argento per tagliare il pane e per prendere i cibi in tavola. La forchetta, conosciuta ed adottata in Europa almeno due o tre secoli dopo, sembra fosse adoperata in Italia fin dalla fine del 1300, perfino nelle taverne; ciò probabilmente per la consuetudine tutta nostra di mangiare la pasta.

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